martedì 23 ottobre 2012

IL POPOLO SI SFAMA, PARTE PRIMA



Ecco, forse, qui non avevo poi tanta fame. 


Azzurra

IL POPOLO HA FAME


WARNING: Questo post è (quasi) serio e anche piuttosto nonsense. Se oggi vi sentite inconcludenti NON LEGGETE.


Ogni mattina (più o meno) esco di casa con un minimo di dieci minuti di ritardo rispetto alla mia tabella di marcia immaginaria. Ciò mi induce a camminare piuttosto velocemente, alternando inciampi su marciapiedi, scale e bipedi a piccole corsette maldestre con la borsa che mi schiaccia la piega dei capelli (quella non manca mai, quasi). Ecco, lo scenario delle mie profonde riflessioni è più o meno quello, perché a qualche cagata devo pur pensare mentre ritardeggio.
Ebbene, la gente cammina, va, sputa sui piccioni, si scansa, ammicca (ma dove?), fa proposte di matrimonio mentali (due/tre al giorno, grazie ATM che alimenti le nuvole nel mio cervello) e poi da qualche parte arriva. Però sarà che sono le 20 e passa e io non ho ancora cenato, sarà che il discorso è confuso e il mondo pure, sarà quello che volete ma io ci ho fame. Ma non sono la sola. Il popolo ha fame! E non parlo più di pane, pasta, carboidrati e porchetta, no, parlo della fame di tutto. Ma tutto cosa? Avranno mai fine i punti interrogativi stronzi che tanto nessuno sa e vuol togliere? E perché penso a queste vaccate? I telefilm e i libri, la politica su Twitter, le sfilate di moda e il sushi all you can eat, gli amici, i minuti dell'abbonamento del telefono, i passi che faccio da casa a università. Sono tutti tragitti, realtà, ma non era finzione? Ma com'è che ci si sfama veramente? Ecco. Se vi sapete anche solo accennare una risposta siete a buon punto, ma non venite a dirmi che siete belli sazi, ché non ce se crede proprio.

Buon gorgoglio di stomaco nel silenzio tombale della biblioteca (si, ti è capitato, e lo sai).

Azzurra

venerdì 13 luglio 2012

LA PROVA CHE NON MI PRENDO TROPPO SUL SERIO


Volevo scrivere un post profondo e nel suo piccolo grande come il mondo.
Dei miei anni giovanili ritrovai diari e vinili, avete poco da fare i sopraffini, che chissà quanto ci sarebbe da ritrovare anche nei vostri cestini.
Uno sproloquio in rima, da ridere dal fondo alla cima,
ritrovai dei miei quindici anni, segnati da adolescenziali affanni.
Ne abbiate da gioire , che condivido con voi il mio passato ardire.
Fate conto sia una canzone, ardente come un tizzone, destinata ad un coglione, di cui non ricordo manco il nome!
C'est la vie, eccola qui:

Ultima avvertenza prima della lettura: leggi in toscano e ti passa la paura!


L'amor non è mai come uno pensa
salta fuori mentre apri la credenza
ti lascia piena di stupore
vorresti capirlo ma ci perdi dell'ore!
Mentre fuori piove e il diario è zeppo
mentre fuori il sole dice “studia presto!”
ma non trovi il significato
è un lavoro così ingrato
ma chi l'ha inventato?
Sto amor non ricambiato?!
“L'è una bella fregatura”, pensi.
Per liberarti accendi un po' di incensi.
Poi la musica parte triste
e il tuo viso di lacrime si riempie
“ma che fai?” ti dici
pigli e scappi con la bici
dove non importa
basta imboccar la porta
inalare l'aria fresca
bloccando l'ira funesta.
Perché il destino ti ha fatto questo?
Certo non ti è stato molto diletto!
Ma lui in fondo si diverte
e intanto l'amor nel tuo cuore cresce...

Quindicenne Me


Esprimo a voi tutti un caloroso saluto,
Azzu


P.S. Pigliate poco per il culo!

(Lo storico reperto)

martedì 10 luglio 2012

IO, ME E IRENE (COLZI)

Mi è capitata una cosa alquanto gioiosa e unconventional.
Irene Colzi, di Irene's Closet ha passato un weekend di relax, benessere e svacco a Montecatini Terme nell'albergo dei miei genitori. Non sto neanche a dire che ovviamente mi ci sono fiondata.
Irene è una giovine di Sesto Fiorentino, fasciòn blogger doc, molto seguita ed apprezzata.
Lo stalkeraggio almeno durante i pasti era d'obbligo. Ecco.
Così eccovi la tavolata numero 1 di 2 dalla quale è partito il suddetto stalkeraggio: moi, Irene, Giovanni the boyfriend, mia sister Benedetta, e una modaiola a caso alias Martina Goodlord.

La situation all'inizio un po' ingessata si scioglie e ne viene fuori un conversazione fluida e piacevole (poi in toscanaccio si ragiona sempre da dieci, c'è poco da controbattere a riguardo).
Eccovi il sunto di quello che ho captato e di come la vedo.

(Irene Colzi)

La ragazza ha iniziato nel 2009, laurenda in Scienze del Turismo all'Università degli studi di Firenze. Seguiva con grande interesse tutto quello che passava su Lookbook (dai ragazze DOVETE sapere cos'è per essere fasciòn) finché il Giova (BF) non gli dice le fatidiche parole: “O perché 'un tu lo fai anche te?”.
Da lì ha preso il volo, prima pubblicava uno/due post a settimana, poi la passione, i post, i follower e la voglia di fare non hanno fatto altro che crescere (insieme a vestiti,borse ed accessori) tanto che ad oggi nel 2012 la mia amica Serena Blundo di San Colombano al Lambro (Lombardia) stava per strapparsi i capelli dall'emotion quando le ho detto dell'incontro fortuito. Tanto per fare un esempio.

Ragazze, la domanda sulla grandezza dell'armadio era IMMANCABILE.
La verità è che l'armadio vero e proprio è rimasto lo stesso, ciò che cambia è sicuramente la straripanza e l'arredamento della camera da letto/salotto: appendiabiti ovunque, alcuni a cavolo di cane, altri con gli outfits in ordine di apparizione (lunedì/martedì, mattina/pomeriggio); al posto dei libri nella libreria BORSE; varie ed eventuali (non voglio NEANCHE pensare alle scarpe altrimenti rischio di avere un mancamento).


Per tutte voi invidiose e anche un po' stronze che pensate che le fasciòn blogger di un certo livello non facciano una mazza dalla mattina alla sera e che dovrebbero andare a zappare la terra con i tacchi al seguito, io vorrei spezzare una lancia in loro favore.

Un sacco di viaggi e vestiti/scarpe/accessori aggratis? SI
BUT, sveglia alle 7.30, lavoro in un ufficio/casa al computer per tutta la mattina(ha tipo una vagonata di email e cose da gestire, tra l'altro mi ha detto che le scrivono parecchie tesiste e che risponde sempre) fino alla “pausa” palestra (oh Irene dice che lei non vede l'ora e che la palestra l'ama alla follia, beata lei), poi pranzo, e di nuovo lavoro al computer, poi outfit , foto del giorno e di nuovo computer e poi insomma anche cavoli suoi, la sera se ha tempo si può anche andare a divertire! E questo quando è casa, perché spesso è in giro per l'Italia e per il mondo, ad esempio da poco è stata a Valencia per un lavoro e giusto oggi è andata a Fidenza per un altro e tra poco Londra! Si occhei, che culo, ma a quanto pare non è che abbia poi molto tempo per godere della bellezza di codesti viaggi. C'est la vie.

È un lavoro demmerda? NO. Però è pur sempre un lavoro.
Buon per lei che ha avuto l'idea di farlo e sopratutto di farlo fruttare. CHAPEAU.

(Irene at Gambrinus, Montecatini Terme)

Insomma, una ragazza con un buon atteggiamento verso la fortuna che le capita. 
In questa fortuna mi permetto di aggiungere pure il Giova, un ragazzo molto simpatico e alla mano, laureando in Ingegneria Gestionale ma affascinato dal settore pubblicitario, che durante la cena ci ha appellato scherzosamente come “voi modaiole” e che definirei il suo fotografo ufficiale (molto bravo aggiungerei).
Per qualche malata della fotografia come me che ne avesse curiosità, da maggio le foto che vedete nel blog di Irene sono fatte con il nuovo arrivo della squadra: una Canon EOS 7D, obiettivo 50mm 1.8 F. Spettaholare.

(Il Giova)

Io vi consiglio di seguirla (http://www.ireneccloset.com). 
E LEI dal canto suo vi consiglia di seguire i seguenti:


E per quanto riguarda il panorama international:


Irene, il Giova e la capretta Felipe (si, hanno un capretta che vive libera e selvaggio nella “riserva naturale” del Giova insieme ad altri animali affini) vi danno un caloroso saluto, e anche io.

Azzu


(La posa regale con Irene)


                                            (La posa Azzurriana per rimanere fedele al mio Io)



P.S. Irene AMA la porchetta e ghettizza i Macarons (" non sono niente di che") : CI PIACE.

martedì 3 luglio 2012

MAKEUPPAGGINE

Buonasera signore (e signori un po' alternativi),
Siamo qui per parlare di una non banale operazione, la cui arte è nota a tutte ma BEN messa in
pratica da poche: la makeuppaggine.
Nel mezzo del cammin della mia vita (diciamo tre anni fa) mi ritrovai in una selva oscura e la diritta
via l'avevo smarrita... E TE LO CREDO.
Si, perché la sottoscritta, per truccarsi, si schiaffava addosso accazzodicane la terra arancione
rimasta in chissà quale anfratto oscuro del bagno della madre, si spalmava a mò di pennellate il
kajal dentro l'occhio (che si sa, non è il massimo e penalizza pure un eventuale sguardo da femme
fatal de noattri) e POI, quando era fortunata ed evitava di ficcarselo nell'occhio, si metteva il
mascara (l'unica cosa fatta bene).
Si beh, insomma, e dopo questa passeggiata nel cammin della vita mia che accadde? Niente fiere o
bestie feroci, niente Poeti antichi, io ho incontrato Francesca Frigeri.
Mah si, l'altra bischera che scrive questo blog delirante.
Beh, si da il caso che la bischera in questione faccia parte di quelle poche elette che non solo è
brava a makeuppare ma che si permette pure di dire su a Clio Make Up (non darle retta, Clio, io ti
lovvo e grazie a te metto sempre il mascara “dalla radice in su a zig-zag”), ed è chiaro che ad
incontrare una scapestrata come me non potesse fare a meno di educarmi a codesta luminare arte!
UN GENIO.
E adesso le lascio la parola, che se la merita.
ACCULTURATEVI DONNE!
                                                                                                     Azzu

            (da notare lo SGUARDO, quella sera mi sentivo davvero FICA! Volevo andare a letto truccata.)


Grazie Azzu per la tua introduzione (...se fosse parlato suonerebbe molto come presa per le chiappe!).
In primis da precisina che sono vorrei dire ai nostri affezzionati fun che non dico su alla cara Clio, apprezzo il suo lavoro ma non sopporto la sua voce e questo mi rende impossibile la visione delle sue puntate/tutorial, evito di vederla per semplice autotutela della mia tecnologia domestica (tv/pc) .
Ma parlando di cose serie siamo qui riunite/i per provare a stilare il DECALOGO del make-up Francescano (che sono io, non i frati!)
  1. Lavarsi faccia e denti prima di iniziare qualsiasi genere di attività restauratrice;
  2. Applicare sul viso con movimenti concetrici una crema da giorno consona alla pelle che si possiede (secca, mista o brufolosa);
  3. (Respiro profondo, è ora di iniziare!) Ogni occasione ha il proprio trucco, il proprio colore (l'abbigliamento che si indossa va sempre tenuto in considerazione) e qst dipende anche dalla forma dell'occhio ma per tutte vale la carta FONDOTINTA (da scartare con l'abbronzatura estiva, ovviamente), base indispensabile per coprire le imperfezioni (a volte anche i simpatici punti neri) e farci sembrare lisce lisce come il sedere di un bebè;
  4. Dopodichè una bella terra color naturale, eviterei i color mattone o quei surrogati perchè potreste assomigliare a Carlo Conti quando le vostre mani ricordano Casper, ma soprattutto non dimenticatevi il COLLO. Per molte può sembrare un dettaglio ma è proprio da quello che può dipendere la sorte della vostra giornata e il fatto che l'attenzione di chi ti sta parlando non ricada su quel dettaglio obriobrioso;
  5. Prossimo step è il FARD ,la mia amica Clio direbbe BLUSH (del resto lei ha studiato a NY io solo nella nebbiosa Milano). Esistono di svariati colori ma quelli tra il rosa pesca e il fucsia sono i migliori, usare un pennello diverso da quello della terra e per darlo bisogna guardarsi allo specchio con una faccia tra il sorridente e lo schifato, avete presente quando da piccole imitavate il pesce? Ecco ,bene la faccia è quella;
  6. Ora si passa alla fase SGUARDO. Sono la prima a dire che il colore dell'occhio fa tanto ma se sono nata con gli occhi verdi che ci posso fa?! (grazie mamma), cmq non temete c'è speranza anche per chi ha gli occhi marroni, neri, azzurri e pure giallastri. Comprate da sephora o kiko una base incolore che doni luce all'occhio, in seguito si passa alla fase matita (pencil stylo chanel nera è il top ma è alquanto un investimento per chi la volesse usare tutti i giorni) o per le più coraggiose eye liner;
  7. Gli "attrezzi del mestieri" appena nominati sono reversibili cioè vanno bene sopra e/o dentro l'occhio ( attenzione alla matita messa internamente perchè a fine serata si potrebbe assomigliare ad un panda); Dopo aver deciso la lunghezza della riga (all'Adele, alla Amy Winehouse, alla Moira Orfei, alla Mariola De Filippi) concentrate tutte le vostre capacità geometriche sullo Smokey eyes. Parola che incute timore ma che rappresenta LA VIA. In soldoni si tratta di un effetto sfumato che si ottiene facendo un gioco di ombre coi colori, si parte dalla palpebra mobile (quella che fa su e giu, per capirci), usate colori chiari nella zona più vicina al naso poi scurini ed infine scuri ed intensi verso la fine dell'occhio. Se vi viene un effetto arcobaleno vuol dire che dovete ritentare, magari la prossima volta sarete più fortunate se invece l'occhio prende forma, profondità e da una sembiamza da cerbiatta allora siete sulla buona strada;
  8. Dopo tutta questa fatica vi si presenta davanti la prova del nove IL MASCARA. Su questo punto sono cattivissima, inculcatevi nella vostra bella testolina che senza di lui non potete uscire di casa, a cosa serve il portafoglio se non hai il mascara? A nulla. Il termine perfetto è ABBONDANZA. Non è mai troppo.(consigli per l'acquisto: shocking by YSL, anche questo è un salasso ma vi assicuro che ne vale la pena);
  9. I passaggi principali sono ultimati ora rimangono i piccoli dettagli che rendono il trucco irresistibile. ROSSETTO o LUCIDALABBRA, scelta sempre difficile ma a grandi linee colori soffici e delicati per il giorno (prima di applicare qualsiasi cosa ammorbidite le vostre labbra con un sano labello blu) e rosso passione/bordeaux per la sera. Posso essere elastica sul colore ma ricordate se gli occhi sono "pesanti" allora labbra soft, se invece gli occhi sono "leggeri" allora osate.
  10. Giunte all'ultimo step. Spegnete la luce dello specchio (se vi siete truccate al buio sarete peggio di Shrek) e guardatevi ad una luce diversa, magari naturale, per vedere se dovete correggere qualcosa. Se vi viene naturale cambiare in continuzione la mimica facciale avete raggiunto lo scopo e siete pronte, USCITE. (portatevi nella borsa/pochette correttore e mascara, bastano loro a salvarci).

Ricordate: Usare con cautela, che lo sguardo da femme fatal de noattri (come ben noto) fa strage.
                                                                                                                             Fra

 
                                 ( Make up ideato per Marina Escolano, blogger di june lemon )


                               ( Io e mia sorella con un trucco da aperitivo, il punto 9 è stato applicato)


SALUTI!

lunedì 2 luglio 2012

GLI SPAGHETTI RIMANGONO AL DENTE ANCHE SENZA EUROPEO

 MILANO,
(inviata speciale Azzurra)

Cose che ho guadagnato da questa finale deprimente:
  • Un guantone di plastica forza azzurri sponsorizzato rio mare e sgonfiato a fine match.
  • Un coltello spezzato a metà durante il taglio della pizza di rito pre-partita (un presagio di certo)
  • Una macchia di pomodoro sulla maglia.
  • Il brivido di ritrovarsi distesa e meditativa e subito dopo assaltata sul tappeto del proprio salotto.
  • Il ritorno dello stramaledetto vizio di mordermi le unghie (con conseguente ingerenza dello smalto, puah).

(Campo di battaglia, quel che rimane della sconfitta) 

 

GUASTALLA,
(bassa emiliana calda,afosa e ASSEDIATA dalle zanzare killer!)
(Inviata speciale Francesca)

Cosa appuntare di questa finale deprimente:
· Mangiare alle 19 con le galline una pizza bollente sotto un gazebo rende difficile la digestione;
· La birra gelida non mi è mai piaciuta ma il barile da 5l della Heineken è molto fico e faceva molto festino americano (mancavano i bicchieri rossi!)
· Ai ragazzi piace l’insulto facile, fosse stato per loro la nostra palla sarebbe entrata in porta almeno 4 volte (l’importante è crederci)!
· I  giocatori sanno piangere, pure a singhiozzi (porelli)
· Le ragazze presenti hanno provato a guardare il primo tempo ma dopo il secondo goal della Spagna hanno ben pensato di spettegolare un po su Fb rendendosi conto che c’era poco da fa per l’Italia (si sono scoperti matrimoni in vista!);
· L’abbuffata di patatine con la scusa di non aver cenato! (d’altronde una tira l’altra)
·  E per finire non essere riuscita a fare la bimba minchia in bicicletta con la bandiera sulle spalle proprio come per i mondiali del 2006.

Insomma è stata una sconfitta amara, c’è chi parla di stanchezza,chi di mancanza di possesso palla e bla bla bla. Fatto sta che abbiamo perso e quindi come si dice qui da me “tomo ciapa e porta a ca”.

(della serie c'è chi si chiude in mutismo di protesta, chi sembra incantato e chi della partita non gliene frega una cispa e sfrutta la situazione per spararsi la posa)



Ma sopratutto, i TWEETS.
Si, i tweets, quel motivo in più per cui guardare un partita di calcio qualsiasi, di certo meglio i commenti estrapolati da Twitter che quelli dei cronisti Rai (capiamoci).

Io e la cumpa Azzu ci siamo così prese la briga e il piacere di fare una cernita tra i migliori cinguettii partita e post da presentare a chicchessia volesse leggere questo resoconto.


Vualà.

 BUONA DOCCIA A TUTTI (in pieno stile Rai).












AH, ecco amici spagnoli che ti prendono per le chiappe live partita


                                          Adios,
                                                                      FRA & AZZU

                            

sabato 30 giugno 2012

30 E LODE

Fa caldo ed è a malapena l'alba per noi studenti questo sabato mattina (sono le 09.20).
Siamo qui riuniti per dare uno degli esami più originali da preparare, niente papiri infiniti o mattoni improponibili che offrono la stessa aria fritta trita e ritrita.
"Teorie e tecniche della Promozione dell'Immagine", questo è l'esame. Un elaborato che analizzi la comunicazione di uno o più brand, con carta bianca riguardo le modalità di presentazione.
Ma se una qualsiasi immagine oggi la vuoi promuovere non puoi agire a prescindere dal World Wide Web. Ed è per questo che noi, riflettendo su questo concetto e sui brand che volevamo analizzare abbiamo notato un parallelismo riguardo i loro modi di sfondare. Come ad esempio l'utilizzo di sponsor d'eccezione: bloggers (fasciòn e non) di spicco o comunque persone in vista (come i trend-setter) che bene o male compiono un viaggio transmediale che parte e approda semprè lì, nella rete.
Detto ciò abbiamo cercato di mettere in pratica le nostre riflessioni creando un blog che tenti di discostarsi dal mainstream ma che allo stesso tempo presenti le medesime modalità di funzionamento e promozione.


Scommettiamo su noi stesse, e speriamo ne venga fuori qualcosa di buono.

IL BOSS

LE IMPUTATE


Dopotutto la laurea ci designerà come degli "esperti in comunicazione": VEDIAMO.


Francesca & Azzurra

venerdì 29 giugno 2012

È TUTTO UN MAGNA MAGNA

(direttamente dall'Instagram di Benedetta Mariotti alias Wendy in Wonderland)

Ora, alzi la mano chi di voi superteconologicissimi amici non ha mai sentito il desiderio irrefrenabile di instagrammare IL CIBO?

(Mi dispiace di creare un digital divide per chi non avesse uno smart phone ma è necessario, per un bene superiore.)

Ma restringiamo il campo a quella fetta di supertecnologicisti incalliti che rientrano anche nella categoria Fasciòn Bloggers, e che , inevitabilmente cadono non nel tunnel della droga (si spera), bensì in quello dei MACARONS (qui parte la musichina di Profondo Rosso) fotografati su Instagram, così, aggratis.

Mi è capitato recentemente di fare un'aperitivo con mia sorella (della quale ho parlato poco più sotto) e alcune sue amiche facenti parte della fetta suddetta. Io, nel mio grande piccolo, ve lo devo dire: sono un pozzo senza fondo, per me la porzione singola è una calunnia. Ma io non sono mica un fasciòn blogger che fotografa spuntini chic e colorati! MA QUANDO MAI.

Ecco, queste ragazze, ve ne rendo partecipe: MAGNANO. Un sacco.








 E così dopo tutta sta abbuffata mia sorella e le bloggers se sono andate , lasciando me e due mie compagne di Uni.

All'inizio il silenzio, poi, dal niente , la mia amica Giuliana con tutta la sua siciliana possenza esordisce con un: "Questo, donne, è il classico esempio di fasciòn blogger che fotografano macarons ma in realtà...AMANO LA PORCHETTA!".

Ecco a voi spiegato l'ormai celebre aneddoto porchettaro.

Buona digestione,
                                               Azzu


giovedì 28 giugno 2012

BORCHIAHOLIC

                                                         
La Converse All Star non è solo una scarpa, è uno stile di vita, e nella fattispecie, è il MIO stile di vita.

Diciamo che io la indosso in ogni dove, e in ogni come. 
Negli ultimi anni ha raggiunto un grado di personalizzazione veramente power, e non ho potuto fare a meno di registrare e vivere il fenomeno sulla mia pelle.
Restringendo il campo, passando dalle svariate "limited editions" vorrei arrivare a parlare della vera e propria apoteosi del Converse Style.

È successo che due anni fa un ragazzo che aveva fatto lo IED e con un nome d'arte a dir poco particolare ha avuto questa idea, questo lampo di genio: rendere le converse uno strumento di distruzione di massa (provate a lanciarle sulla folla e poi mi dite): ha cominciato a borchiarle.

Il guru in questione si chiama GIENCHI e adesso ha lanciato la sua prima linea ufficiale di sneakers, la potete trovare sul suo sito: http://www.gienchi.it/ .

Queste scarpe hanno cominciato ad essere indossate da personalità di spicco mondiale all'interno del mondo della moda , come la modella Agyness Din, e consacrate in Italia dalla superblogger Chiara Ferragni di The Blonde Salad.

Ancora una volta, i meccanismi di comunicazione digital e unconventional divengono i reali protagonisti promotori delle nuove tendenze, dettate da una categoria di opinion leaders scelti dal Popolo del Fasciòn. 




Per coloro che volessero appropriarsi di questa arma di distruzione di massa alias l'Oggetto più Figo du Monde, Gienchi non usa più le Converse ma ha un suo tipo di scarpa personale.

Quindi!?

NIENTE PAURA. Due baldi giovani di Cervia hanno deciso di aprire un sito dove potete trovare todo borchiato, e ovviamente Converse a gogo (e per chi fosse interessato anche le Nike Blazer).

                               http://www.muffinonline.it/

E per chi fosse o passasse da Milano Marittima c'è anche il negozio.

Ah, ovviamente esistono tutorial fai da te ma 9 su 10 di questi sono scarsamente raccomandati, ci vorrebbe proprio lo strumento apposta.

A presto,
                                                    Fra


                                                    
                                                     (I miei gioiellini di Muffin Online)

WENDY IN WONDERLAND

Nel mondo ci saranno un milione e mezzo di stilisti che darebbero un rene per sfondare.
E tra questi, mia sorella.

Benedetta Mariotti alla veneranda età di 22 anni, fresca fresca d' Istituto Marangoni (fasciòn design), ha pensato bene di sfruttare l'online (faccialibro) per presentare e promuovere un propria linea di abbigliamento e accessori. Prima in assoluto, la WtF*ck & Smile Industry in collaborazione con un suo vecchio amico di scuola, che presentava una linea di t-shirt con stampe scherzose, le quali nel loro piccolo fecero anche un discreto successo.

Successivamente però ha deciso di “mettersi in proprio” e creare una propria linea di abiti sognanti, al confine tra l'onirico e il nostalgico, per poi approdare ad uno stile decisamente più deciso, con un carattere proprio ma apprezzato da chi la moda non si limita ad indossarla.


Il consiglio di Azzurra : ANDATE A VEDERE LA PAGINA.


Ossequissimi,
                              Azzu






                           (Nuovissima linea di studded clutch made in Wendy in Wonderland)

                                                   (Fasciòn Show Spring/Summer 2012)


                             (Outfit completo con gli shorts made in Wendy in Wonderland)




                  http://www.facebook.com/WendyInWonderlend

mercoledì 27 giugno 2012

JC.

Jeffrey Campbell , che non è il cugino di Naomi, è un marchio che parte da L.A. nel 2000 , prendendo il suo spirito "dall'essenza della strada". Arriva in Italia nel 2010 circa, facendosi conoscere attraverso l'ormai classico word of mouth mediatico. Che per chi non lo sapesse, è il passaparola.
Prima di tutto, vende scarpe, scarpe piuttosto significative in quanto a stile e abbordabili dal punto di vista economico. Fanno il loro ingresso nel mercato italiano perché notate indosso a gente che fa degli outfit uno stile di vita: I FASCIÒN BLOGGERS. suspance.
Lo street style dell' "american dream" originario viene così arricchito dalle varie personalità più in vista della rete e il brand diviene ben presto rappresentante della nuova scarpa di culto.


(la blogger Irene Colzi di Irene's Closet con indosso le Night Walk)

Il primo modello a sfondare sono le Lita, alias le scarpe da Tirannosaurus Rex.
Agli occhi dei babbani del fasciòn un abominio, almeno all'inizio, perché poi si sa, anche la scarpa più particolare/barocca con una comunicazione vincente riesce alla fine a far breccia nei cuori di chi vuole volersi bene anche solo con un paio di scarpe nuove.
E questa è la forza di JC: la comunication.
Web, web, e ancora web. Social Network, blog e quindi sponsorship a gogo insomma.
Niente stampa, giornali, cartelloni e bazze varie : c'avete scassato.
E quindi i punti vendita giusti (non è un caso che le Jeffrey si trovino da STIÙ, in Porta Ticinese, la zona più Street della Milano un pò barbon style ma fasciòn da morì, e da MA MAISON, in via Borgogna , chicca dell'omologante e monotono Qadrilatero della Moda), gli sponsor/blogger giusti, disponibile al punto giusto.
Non un prodotto di massa: bensì speciale e a volte incompreso, comunque sia un must have.

                            (Chiara Ferragni di The Blonde Salad che indossa le Lita)

Poi, visto che anche io, Francesca, sono faiga e fasciòn, mi sono voluta voler bene e ho comperato un bellissimo paio di zeppe, sapete, per rimanere agile e confortevole sempre e comunque. MA, e c'è un "ma" ovviamente, le mie zeppe non solo sono di JC, ma sono pure PITONATE. Ah, le amo alla follia.

                
(Io e la mia amica Martina dopo la sfilata di DAKS ci facciamo paparazzare volentieri)

    (Io che le indosso fuori dalla sfilata di Prada del 24 giugno, il modello si chiama Wedges)

Belle, vero?

               Tanti cari saluti,
                                            Fra & Azzu (che indossa poco ma fotografa anche troppo)